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COMUNICATO DEL 6 FEBBRAIO 2022

 

Carcere di UTA ancora un aggressione in Istituto, questa volta un detenuto scarcerato da poco tempo viene condotto in carcere dai Carabinieri ed aggredisce gli stessi militari e gli Agenti di Polizia Penitenziaria.

La UIL: La maggior parte delle notizie di cronaca ormai provengono dagli Istituti penitenziari, continuiamo a ribadire che il sistema e’ fallimentare e va rifondato!

 

Ennesima aggressione nel carcere di UTA dove un detenuto ricondotto in carcere dai Carabinieri ha improvvisamente dato in escandescenze ed ha aggredito gli stessi militari e due Agenti intervenuti per cercare di immobilizzarlo. Dopo circa 1 ora con immane fatica gli Agenti sono riusciti a condurlo nella camera detentiva che ha letteralmente distrutto subito dopo. Il caos causato dal detenuto si ‘ unito alle proteste di altri detenuti allocati nella stessa sezioni che per dare manforte all’azione violenta hanno colpito ripetutamente la porta blindata della rispettiva camera con i piedi del tavolo che nel frattempo avevano distrutto per ricavare bastoni contundenti.

Gli Agenti intervenuti sono stati trasportati al pronto soccorso di un ospedale esterno a seguito delle contusioni subite e per una lussazione di una spalla.

A renderlo noto il segretario generale della Sardegna della UIL PA Polizia Penitenziaria Michele CIREDDU che aggiunge:…” Con rammarico dobbiamo commentare l’ennesima brutale aggressione a danno dei nostri Poliziotti. Gli Agenti sono riusciti a contenere con estrema fatica la violenza del detenuto che ha inizialmente aggredito improvvisamente gli stessi Carabinieri che lo stavano conducendo negli Uffici dell’Istituto e poi si e’ scagliato nei confronti degli Agenti intervenuti per cercare di immobilizzarlo.

E’ triste leggere le parole del Ministro Cartabia che durante le manifestazioni pubbliche non perde occasione per spendere parole di elogio nei confronti della Polizia Penitenziaria e annuncia rivoluzioni migliorative per il sistema penitenziario. Le parole infatti non sono supportate da fatti concreti ed in prima linea a gestire in perfetta solitudine le situazioni estreme ci sono solo ed esclusivamente gli Agenti di Polizia Penitenziaria.

Nel carcere di UTA come in altri Istituti della regione sono allocati numerosissimi detenuti psichiatrici, fa riflettere quindi la sentenza del CEDU che ha condannato l’Italia a seguito di un ricorso presentato da un detenuto psichiatrico per essere stato detenuto nonostante le proprie patologie mentali. Se il CEDU dovesse condannare l’Italia per il numero esorbitante di detenuti psichiatrici presenti in Sardegna il paese andrebbe in rovina. Questo perche’ nel momento in cui sono stati soppressi gli ospedali psichiatrici che dovevano essere sostituiti con le rems non sono stati previsti i posti sufficienti, di conseguenza sono finiti negli Istituti penitenziari ordinari.

In Sardegna e’ prevista una sola rems dove si possono assegnare solamente 12 internati, non si intravede nessuna iniziativa ne da parte del Ministro ne del Governo per aumentarne i posti e non si intravedono nemmeno alternative se non quella di scaricare le responsabilità agli Agenti su cui pende la spada di damocle della gestione impossibile da assicurare in un Istituto penitenziario.

Al personale coinvolto che ha saputo rappresentare ancora una volta lo STATO e la legalità a costo della propria incolumità fisica va la vicinanza di tutti i livelli della UIL.