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OGGETTO: Regione Sardegna, nota al Capo del Dipartimento.

 

Esimio Presidente,

 

Mi permetta di ripartire da quel breve incontro informale avuto durante la pausa del congresso nazionale della UIL Pa Polizia Penitenziaria. E’ stato uno scambio di riflessioni fugace certo, ma per me estremamente significativo. Personalmente avevo già avuto il piacere di incontrarla nel vecchio Istituto di Buoncammino dove lavoravo, nelle occasioni in cui da Magistrato di sorveglianza preferiva il confronto con gli operatori rispetto alla “carta scritta” che avrebbe potuto tranquillamente inviare invece da una delle scrivanie del Tribunale di Sorveglianza. Ricordo anche perfettamente che Amava attribuire il grado di Ispettore a tutti gli operatori che incontrava e, quando qualche Assistente Capo, con rispetto, le faceva notare che non possedeva il ruolo che gli aveva attribuito, Lei glissava immediatamente la sua replica asserendo che per Lei i Poliziotti che lavoravano in carcere erano tutti Ispettori ad honorem.

La ricordo come un Magistrato pragmatico, cordiale, vicino al mondo carcerario e sensibile verso le difficoltà che affrontavano già allora gli Agenti.

Nell’incontro “romano” perdonerà la franchezza ma ho subito percepito di avere davanti a me, intanto un Uomo certamente onesto, leale, corretto, ma catapultato a gestire un “Palazzo indecifrabile” per usare un eufemismo, dove quelle caratteristiche, soprattutto in quell’ambiente di “astute volpi”, non bastano purtroppo per ottenere dei risultati.

Le ho comunque manifestato la gioia per avere davanti a me il primo capo del Dipartimento Sardo, e con orgoglio e fierezza Le ho chiesto di non riservare un trattamento migliore per la Sardegna rispetto alle altre regioni, ma nemmeno peggiore cosi’ come invece hanno fatto i Suoi predecessori.

E’ una nostra caratteristica, da Sardi fieri e orgogliosi, non amiamo i favoritismi e spesso quando qualche sardo raggiunge posizioni di rilievo come nel suo caso, commette un errore fatale: Dimentica la Sardegna proprio per non dare adito a bieche accuse di parzialità gestionali.

In verità le difficoltà del sistema penitenziario sardo sono autentiche e singolari, quasi per dare un senso all’attribuzione dello statuto speciale alla nostra regione.

Da noi non solo esiste una cronica carenza organica in tutti i ruoli ma a distanza di anni, alcuni Istituti di primo livello rimangono privi dei vertici, cosi’ come in alcuni Istituti, il personale subisce delle ingiustizie che nulla hanno a che vedere con un Amministrazione della “Giustizia”, termine che andrebbe letteralmente rimosso in quelle realtà. Gli Assistenti Capo che Lei amava definire Ispettori, ora addirittura sono costretti ad essere Direttori e Comandanti perche’ spesso devono gestire in perfetta solitudine Istituti estremamente complessi, e potremmo continuare con decine di altri esempi.

Questo triste stato di abbandono, paradossalmente lo sta pagando anche colui che e’ stato il bersaglio di vibranti note e comunicati sindacali da parte nostra, ovvero il Provveditore, costretto a rimanere in regione oltre la scadenza del proprio mandato perche’ il Dipartimento ha dimostrato di avere una “macabra coerenza”, dimenticandosi ed abbandonando non solo gli Agenti sardi.

Ci sarebbe piaciuto valutare il vertice regionale nel pieno delle possibilità organiche in regione, almeno con un Direttore ed un Comandante in ogni Istituto ma anche in questo caso il “Palazzo romano” ha preferito assistere impassibile alla battaglia sindacale e mediatica che si consumava in terra sarda, senza muovere un dito.

Nel frattempo in noi e’ sorta una perplessità, che probabilmente non avrà mai una risposta. L’operato parziale, deleterio, censurabile sotto tanti aspetti di qualche Direttore potrebbe infatti essere stato permesso da parte del Provveditore proprio per l’impossibilità numerica di avvicendare alcuni Comandanti e Direttori, inadeguati e dannosi, che avrebbero meritato di Dirigere tutto tranne che un Istituto Penitenziario.

Vede Presidente, quando Le ho chiesto di non usare un trattamento peggiore rispetto alle altre regioni mi riferivo proprio a queste difficoltà. Mi riferivo anche al disinteresse che la politica sarda, negli anni, ha dimostrato nei nostri confronti. Immagino saprà che ci battiamo da anni per avere i repartini detentivi ospedalieri previsti dalla legge, nel caso del capoluogo sardo addirittura e’ stato costruito ma poi utilizzato incredibilmente come deposito attrezzi. Immagino saprà anche che negli aeroporti sardi non esiste un posto di Polizia Penitenziaria da utilizzare come appoggio, dove poter allocare anche i detenuti in transito e, sappiamo bene, che spesso si tratta di detenuti con un elevatissima pericolosità criminale. Sapesse quante volte abbiamo incontrato i politici sardi ed i vari Prefetti delle province per cercare di ottenere questi importantissimi e vitali presidi!

Ci sarebbe piaciuto incontrarLa nella Sua ultima visita nell’Istituto di Nuoro, ma non ci ha dato questa possibilità perche’ ci ha fatto pervenire l’invito solo la sera prima della Sua visita. Vede, noi abbiamo bisogno dei tempi tecnici per chiedere il permesso alle Direzioni, lavoriamo negli Istituti, oltre ad essere rappresentanti sindacali, siamo anche dei lavoratori, che condividono le stesse difficoltà dei nostri colleghi e respirano la loro stessa aria all’interno delle sezioni detentive.

Purtroppo quindi siamo costretti ancora una volta a chiedere un Suo intervento per rimettere in piedi un sistema che, soprattutto in Sardegna, e’ disastrato. Intanto crediamo che le altre regioni non possano gridare allo scandalo se riuscisse ad assegnare in Sardegna quelle figure apicali previste in ogni Istituto e se riuscisse ad inviare un nuovo Provveditore con cui ripartire. E’ intollerabile costringere un Dirigente a rimanere oltre il secondo mandato, considerando che a febbraio 2022 doveva già essere assegnato , peraltro con largo ritardo, in un altra regione.

Tutta questa inerzia non e’ degna di un amministrazione che rappresenta la Giustizia! Da Uomo di legge, da persona leale ed onesta come e’ sempre stato, non permetta tutto questo! Si batta con noi per fare in modo che l’ Amministrazione penitenziaria diventi efficiente, si batta con noi per fare in modo che le regole e le leggi siano il cardine dell’azione amministrativa. Combatta con noi per fare in modo che dalle macerie di un Amministrazione disastrata, da anni di mala gestione, vengano costruiti pilastri di legalità. Noi ed il personale di Polizia Penitenziaria che rappresentiamo ci crediamo ancora, ed auspichiamo, oltre agli interventi per la regione descritti, che nella Sua prossima visita in terra sarda possa finalmente incontrarci.

 

In attesa di urgentissimo riscontro, molti cordiali saluti.