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COMUNICATO DEL 20 gennaio 2024

Carcere di UTA, detenuto cerca di aggredire un Poliziotto sferrando testate, calci e pugni, viene immobilizzato a fatica.

La UIL : L’autore è lo stesso detenuto che qualche settimana fa aveva cercato di evadere dal tribunale aggredendo un altro Poliziotto, lavorare a Uta ormai è diventato un inferno!

Ennesimo evento critico nell’Istituto di UTA dove un detenuto ha preteso di recarsi al campo sportivo in orari non consentiti, ed al diniego ha dato in escandescenza, cercando di aggredire ripetutamente l’Agente con testate , calci e pugni, rendendo inizialmente vano il tentativo di immobilizzarlo. Sono quindi intervenuti provvidenzialmente altri Poliziotti che sono riusciti a ristabilire l’ordine all’interno della sezione.

A renderlo noto e’ il segretario generale della UIL PA Polizia Penitenziaria della Sardegna Michele Cireddu che aggiunge:

Proprio qualche giorno fa, durante la visita agli istituti di Sassari e Nuoro, abbiamo affrontato il fenomeno delle aggressioni a danno dei Poliziotti con il sottosegretario alla Giustizia DELMASTRO. Se il Governo crede di poter fermare il fenomeno delle aggressioni trasferendo i detenuti da un istituto ad un altro, quindi spostando il problema o con il protocollo di intervento realizzato dal Dipartimento, praticamente irrealizzabile , siamo in assoluto alto mare!

Servono subito strumenti di protezione e mezzi per contrastare in maniera sicura le aggressioni per evitare danni fisici al personale ed agli stessi detenuti, tutti gli altri interventi decantati sono solo palliativi che, soprattutto in questo periodo elettorale per la Sardegna, vengono raccontati come la panacea di tutti i mali!

All’interno dell’istituto di UTA vi è una pericolosissima concentrazione di detenuti facinorosi che stanno letteralmente mettendo a ferro e fuoco il carcere, rendono impossibili le condizioni lavorative del personale e creando di fatto una pena aggiuntiva anche al resto dei detenuti che vorrebbero solo scontare il proprio debito con la giustizia in maniera serena.

Questo purtroppo non è possibile e non certo a causa della Polizia Penitenziaria. Il sistema penitenziario è purtroppo allo sfascio piu’ totale e il carcere di UTA ne è l’emblema, delle belle parole da parte della classe politica non sappiamo cosa farcene, servono interventi immediati e concreti. Nessuno considera che proprio UTA mantiene il macabro primato di eventi critici in Sardegna ed è tra i primissimi Istituti in Italia a primeggiare questa triste classifica, un dato terribile che non sembra entrare nella capacità di analisi dei vertici Dipartimentali.

Lavorare con questo livello di stress psicologico crea gravi difficoltà non solo all’ambiente lavorativo ma a quello familiare dei Poliziotti perché in pochi considerano che le difficoltà lavorative condizionano inevitabilmente anche le relazioni sociali all’esterno.

Sino a quando non vedremo degli interventi concreti con la dotazione di strumenti e mezzi per mettere in sicurezza il personale che ogni giorno deve affrontare in maniera impari questi gravi eventi critici, non possiamo non definire “propaganda elettorale” le promesse del sottosegretario.

COMUNICATO DEL 20 gennaio 2024

Carcere di UTA, detenuto cerca di aggredire un Poliziotto sferrando testate, calci e pugni, viene immobilizzato a fatica.

La UIL : L’autore è lo stesso detenuto che qualche settimana fa aveva cercato di evadere dal tribunale aggredendo un altro Poliziotto, lavorare a Uta ormai è diventato un inferno!

Ennesimo evento critico nell’Istituto di UTA dove un detenuto ha preteso di recarsi al campo sportivo in orari non consentiti, ed al diniego ha dato in escandescenza, cercando di aggredire ripetutamente l’Agente con testate , calci e pugni, rendendo inizialmente vano il tentativo di immobilizzarlo. Sono quindi intervenuti provvidenzialmente altri Poliziotti che sono riusciti a ristabilire l’ordine all’interno della sezione.

A renderlo noto e’ il segretario generale della UIL PA Polizia Penitenziaria della Sardegna Michele Cireddu che aggiunge:

Proprio qualche giorno fa, durante la visita agli istituti di Sassari e Nuoro, abbiamo affrontato il fenomeno delle aggressioni a danno dei Poliziotti con il sottosegretario alla Giustizia DELMASTRO. Se il Governo crede di poter fermare il fenomeno delle aggressioni trasferendo i detenuti da un istituto ad un altro, quindi spostando il problema o con il protocollo di intervento realizzato dal Dipartimento, praticamente irrealizzabile , siamo in assoluto alto mare!

Servono subito strumenti di protezione e mezzi per contrastare in maniera sicura le aggressioni per evitare danni fisici al personale ed agli stessi detenuti, tutti gli altri interventi decantati sono solo palliativi che, soprattutto in questo periodo elettorale per la Sardegna, vengono raccontati come la panacea di tutti i mali!

All’interno dell’istituto di UTA vi è una pericolosissima concentrazione di detenuti facinorosi che stanno letteralmente mettendo a ferro e fuoco il carcere, rendono impossibili le condizioni lavorative del personale e creando di fatto una pena aggiuntiva anche al resto dei detenuti che vorrebbero solo scontare il proprio debito con la giustizia in maniera serena.

Questo purtroppo non è possibile e non certo a causa della Polizia Penitenziaria. Il sistema penitenziario è purtroppo allo sfascio piu’ totale e il carcere di UTA ne è l’emblema, delle belle parole da parte della classe politica non sappiamo cosa farcene, servono interventi immediati e concreti. Nessuno considera che proprio UTA mantiene il macabro primato di eventi critici in Sardegna ed è tra i primissimi Istituti in Italia a primeggiare questa triste classifica, un dato terribile che non sembra entrare nella capacità di analisi dei vertici Dipartimentali.

Lavorare con questo livello di stress psicologico crea gravi difficoltà non solo all’ambiente lavorativo ma a quello familiare dei Poliziotti perché in pochi considerano che le difficoltà lavorative condizionano inevitabilmente anche le relazioni sociali all’esterno.

Sino a quando non vedremo degli interventi concreti con la dotazione di strumenti e mezzi per mettere in sicurezza il personale che ogni giorno deve affrontare in maniera impari questi gravi eventi critici, non possiamo non definire “propaganda elettorale” le promesse del sottosegretario.