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OGGETTO: chiusura Casa Reclusione Alghero e cancellazione progetto
trattamentale “Barrio”.
Egregio Provveditore,
è con estrema preoccupazione che le scriventi oo.ss. hanno appreso dai mass-media e da un politico della regione Sardegna, della prossima chiusura della Casa di Reclusione di Alghero, per una sua riconversione in centro per accoglienza di circa 300 migranti.
L’Amministrazione Penitenziaria si è subito affrettata a smentire quanto dichiarato dal politico in questione, ma quest’ultimo non solo ha, “smentito la smentita” dell’Amministrazione, dichiarando sui maggiori quotidiani della Sardegna l’attendibilità della sua fonte, ma a seguito di una visita ispettiva, in qualità di
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parlamentare della Repubblica, presso il sopra citato istituto penitenziario, si è fatto fornire dei dati dalla Direzione dell’istituto algherese e da questi dati emerge una situazione a dir poco allarmante, che corrobora la sua tesi di chiusura.
A fine anno, parrebbe secondo il politico che ci dovremmo trovare a gestire una popolazione detenuta di 26 detenuti senza alcun nuovo arrivo di detenuti. Il politico in questione, poi, forte anche dei dati in suo possesso forniti dalla direzione, ha inoltrato addirittura una recente ulteriore interrogazione parlamentare sull’esito della sua visita all’istituto in data 2 maggio 2016, interrogazione al momento in cui scriviamo, ancora priva di risposta. Tale interrogazione parlamentare è stata subito dopo accompagnata, da come appreso sempre dai quotidiani, anche da quella di un altro politico, stavolta appartenente alla Lega, anch’egli interrogante sulle stesse problematiche esplicitate dal politico precedente.
Prendiamo atto, con soddisfazione che nella riunione con le oo.ss. regionali, Lei ha nuovamente smentito la chiusura dell’istituto, ma corre l’obbligo di esternarLe delle serie considerazioni su un istituto, quale quello di Alghero, ove il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, come Lei già sa, ha approvato un progetto trattamentale “pilota” per l’intera regione denominato “Barrio”.
Ordunque, tale progetto offre delle attività trattamentali all’interno dell’istituto, offerta formativa per studiare presso l’istituto Alberghiero, nonché la possibilità di frequentare corsi universitari ad indirizzo agrario, architettura, economico-statistico, giuridico, letterario, linguistico, politico-sociale, obiettivo già raggiunto per diversi detenuti.
Dobbiamo però evidenziare un singolare decadimento gestionale del progetto, perché è accaduto, prima del Suo insediamento come Provveditore, che dapprima i macchinari professionali della tipografia della C.R. di Alghero, sono stati “misteriosamente regalati” alla C.R. di sant’Angelo dei Lombardi (AV) senza fornire spiegazioni alla chiusura di tale attività lavorativa/trattamentale al personale di Polizia Penitenziaria che vi presta servizio e soprattutto senza alcuna informativa alle oo.ss. in violazione delle circolari del DAP sui circuiti penitenziari e sulla vigilanza dinamica, che statuiscono in maniera inequivocabile che le Direzioni devono coinvolgere nei progetti trattamentali, anche oltre le competenze previste dall’Accordo Quadro Nazionale, i sindacati sia locali che regionali!
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Invero, dopo la disintegrazione di qualsiasi attività trattamentale, e occasione di lavoro per il detenuto/studente, legata alla tipografia, abbiamo appreso della volontà di “liberarsi” anche dei macchinari della falegnameria, dopo aver “regalato” il legno in giacenza presso l’istituto algherese, ad altro istituto della regione.
Oltre a ciò stavamo constatando, in maniera oggettiva, che detenuti aderenti al progetto “Barrio” alla CR Alghero non ne stavano più arrivando, se non in casi assai rari.
E quelli che arrivavano, pare, subito si rendessero conto che di trattamentale alla C.R. di Alghero c’è il NULLA ASSOLUTO, per cui facevano subito richiesta per tornarsene negli istituti di origine.
La popolazione detenuta, come a già a Sua conoscenza, stava subendo una “deflazione” pazzesca, eravamo arrivati a 60 detenuti ed il decremento sembrava inarrestabile.
Subito dopo le due interrogazioni parlamentari, però, strane coincidenze stanno iniziando ad avverarsi. Improvvisamente, i detenuti stanno iniziando ad arrivare, curiosamente con una tale celerità che risulta davvero difficile credere che siano stati selezionati a seguito di adesione al precitato progetto “Barrio”, anzi la nostra iniziale perplessità si è immediatamente trasformata in certezza quando abbiamo iniziato a relizzare che i fulminii arrivi da altri istituti sardi erano il frutto di veri e propri “sfollamenti selvaggi” da altri istituti con un inizio e senza una fine.
Ora, comprendiamo, che, secondo la nostra opinione, i politici di cui sopra possano aver sollevato con i loro interventi in vero e proprio tsunami nei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria, ma non concepiamo come la S.V. possa, a nostro avviso, “d’imperio” aver cancellato il progetto Barrio dal carcere di Alghero, senza aver nemmeno degnato di una pur minima informativa le oo.ss. locali e regionali.
Certo comprendiamo che Lei è il Provveditore, colui che rappresenta la massima carica regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, un dirigente pubblico che deve perseguire degli obiettivi, ma rimaniamo piuttosto esterrefatti nel constatare che nel raggiungere tali obiettivi, ponga in essere condotte unilaterali, ignorando appunto le compagini sindacali.
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Alla luce di questa situazione, considerando che presso l’istituto algherese vi lavora personale di Polizia Penitenziaria e vari operatori, che hanno famiglia ed hanno stabilito ad Alghero e dintorni i loro affetti e le basi ove hanno costruito la loro vita, Le chiediamo di volerci spiegare le motivazioni per cui stanno accadendo le anomalie gestionali sopra segnalate, che, coincidenza vuole, vanno a sovrapporsi con l’allarme di chiusura lanciato dal noto politico di cui parlavamo all’inizio della nostra lettera.
Le chiediamo, Signor Provveditore, di volerci rendere partecipi, se vi sono difficoltà nella conduzione del progetto “Barrio” in atto alla C.R. di Alghero, di politiche alternative di circuiti penitenziari, che se necessarie, potrebbero trovare il nostro consenso, previo sereno e costruttivo confronto.
Fermo restando quanto sopra, in attesa di un suo celere intervento risolutore in merito, rappresentiamo che in caso l’Amministrazione avesse una qualche seppur minima idea di chiudere l’istituto, le scriventi oo.ss. purtroppo saranno costrette a portare avanti, ad oltranza, ogni le forma di protesta previste dalle legge, al fine di tutelare tutto il personale in servizio nell’istituto in argomento e le loro famiglie.
Diversamente, manifestiamo la massima collaborazione nel chiederLe un incontro urgente, affinchè possa coinvolgere le organizzazioni sindacali informandole in merito alle sue intenzioni sulla gestione dell’istituto di Alghero e dunque sulla sorte che lei vorrà attribuire al progetto Barrio, che seppur dovesse essere soppresso, dovrà in ogni caso essere segnalato alla Comunità Europea come un vero e proprio fallimento, frutto di politiche che non avranno saputo sfruttare un luogo, quale la Casa di Reclusione di Alghero, dove il “regime aperto”, “la vigilanza dinamica” e dunque la ben nota sentenza Torreggiani, erano applicate senza alcun problema!
In attesa di riscontro e di un incontro con la S.V. le porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Alghero, 14 Maggio 2016