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OGGETTO: Casa circondariale di Cagliari UTA, modifiche all’organizzazione del lavoro.

Egregio Direttore,

come avrà avuto modo di constatare durante la riunione sindacale dell’10 ottobre scorso, la UIL ha espresso la ferma contrarietà alla proposta di eliminare una sezione detentiva del reparto femminile con il fine di distogliere 7 Poliziotte dal servizio di sezione per impiegarle in pianta stabile al NOM e inviare quindi 7 unità del ruolo maschile all’interno.

Forse chi ha suggerito questa modifica ritenendola “risolutiva per i problemi dell’ Istituto” e che Lei ha recepito e riproposto come la panacea di tutti i mali che affliggono l’organizzazione del lavoro, non ha pensato che potrebbe invece aver proposto un clamoroso passo falso che potrebbe determinare il caos piu’ totale.

E’ molto semplice ipotizzare alcune dinamiche che, le figure che Le hanno suggerito tali modifiche, lungimiranti ed esperti di dinamiche lavorative nelle sezioni detentive, non hanno forse valutato con la giusta attenzione. Tralasciando il fatto che attualmente sono presenti una detenuta (art.21) ed un “Alta sicurezza”, che dovrebbero condividere la stessa sezione delle detenute media sicurezza, se si dovessero verificare delle situazioni che impongono il divieto di incontro tra alcune detenute allocate in un unica sezione, o nel caso dovesse accedere in Istituto una detenuta che per ragioni di opportunità non puo’ avere contatti con le altre detenute, o peggio ancora: Nel caso a seguito di una retata dovessero arrivare numerose detenute (come successo in passato) le Poliziotte che dovranno gestire tutte queste problematiche, senza nessuna soluzione alternativa, saranno costrette ad affidarsi alla Dea bendata.

A noi sembra che, disinteressandosi delle esigenze lavorative della sezione femminile, le Agenti siano state utilizzate quasi come pedine per cercare di recuperare qualche unità dal Nom da inviare all’interno.

Ed anche in questo caso, tale imposizione porterà benefici all’organizzazione del Nom? Le unità scelte inoltre, vivranno positivamente il cambio di unità operativa in maniera forzata con un trattamento diverso rispetto alle unità delle altre U.O.? Ma soprattutto , se come avviene ormai frequentemente, si dovessero verificare assenze improvvise nei turni all’interno e si dovesse verificare la necessità di sostituire le assenze o nel caso di invio di uno o piu detenuti in luogo esterno di cura, chi potrebbe essere inviato all’interno delle sezioni se le Agenti non possono ovviamente svolgere servizio nelle sezioni maschili?

Chi ha deciso e proposto queste dinamiche forse e’ talmente compiaciuto nel vedere che ha scelto interlocutori che, malgrado non siano mai entrati in una sezione detentiva dell’Istituto, rispondono positivamente annuendo con la testa ad ogni proposta, da non comprendere che confrontarsi con i delegati locali della UIL puo’ evitare molte problematiche! E’ difficile forse confrontarsi sulle idee con un sindacato che non ha paura di far notare scelte inopportune, lo comprendiamo, ci vuole buon senso, ci vuole autorevolezza e ci vuole soprattutto una certa umiltà per accettare pareri anche diversi ma motivati dall’unico intento di salvare quel poco che di buono sembra rimasto.

Ci hanno colpito delle esternazioni da parte di diversi Poliziotti che vedono l’Istituto peggiorato nell’ organizzazione, considerando addirittura questo periodo, come il peggiore mai vissuto dal momento dell’apertura.

A noi resta la coscienza pulita per aver voluto riorganizzare il lavoro per il bene del personale che quotidianamente si confronta con i nostri delegati che lavorano in Istituto, ma per farlo ci voleva anche e soprattutto la volontà della controparte.

Alla luce di quanto sopra esposto, considerato che la S.V. ha deciso di percorrere la strada che noi continuiamo a ritenere non risolutiva, chiediamo di voler indire una sorta di avviso per il personale della sezione femminile per verificare se ci sono delle unità che volontariamente vogliono essere impiegate nel N.O.M. e un altro avviso per le unità in servizio proprio al N.O.M: con l’indicazione delle unità operative da integrare, per verificare anche li, se ci sono delle unità che volontariamente chiedono di essere impiegate nelle unità operative indicate nell’avviso. Noi siamo del parere che condividere le scelte con il personale sia piu’ utile che IMPORRE! Nel caso tali ricognizioni vadano deserte, chiediamo di conoscere i criteri utilizzati per scegliere le unità del femminile e del NOM da distogliere dalla rispettiva unità operativa, auspicando che non siano criteri legati all’appartenenza sindacale.

In attesa di cortese riscontro, cordiali saluti.