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OGGETTO: Casa Circondariale di Sassari, violazione tutela delle lavoratrici madri, riscontro direzione.

 

Egregio Provveditore,

 

In seguito al riscontro della Direzione della Casa circondariale di Sassari, comunicataci dal PRAP con nota n° mdgDAPPR17.15/12/2022.0035969.V, denunciamo un diverso modus operandi utilizzato dalla Direzione per gestire situazioni identiche.

Succede infatti, che a seguito di regolare istanza prodotta da una dipendente in merito all’interdizione post partum fino al settimo mese, la Direzione della C.C. di Sassari, giustifica un applicazione del tutto singolare delle normative che regolano la tutela delle lavoratrici madri, applicandole in maniera inspiegabilmente diversa nei confronti di una Agente neo mamma dagli altri casi analoghi.

A noi infatti risulta che diverse Agenti allo stato attuale, si trovano in interdizione dal lavoro proprio per le motivazioni previste dall’art. 17 del Testo Unico a tutela e sostegno della Maternità legge 151/2001 e, per lo stesso motivo, le dipendenti, compreso la collega in questione, sono state poste in interdizione anticipata, in riferimento all’art.7 dello stesso Decreto Legislativo.

Quindi ci vengono spontanee alcune perplessità: Dati alla mano sembra emergere che la Direzione sta applicando il Documento della valutazione dei rischi in base alla singola lavoratrice madre e non rispetto alle effettive condizioni lavorative dell’Istituto.

A tal proposito, ricordiamo quanto citato al comma 5 del succitato art. 17:

I provvedimenti dei servizi ispettivi previsti dal presente articolo sono definitivi”.

Ci chiediamo quindi come sia possibile che per una dipendente si proceda emanando un tipo di provvedimento, mentre per delle richieste identiche negli ultimi 3 anni la Direzione ha optato per un altra soluzione definitiva.

Anche sforzandoci non riusciamo quindi a comprendere il motivo per cui a fronte di diverse richieste anche presentate in tempi successivi, la Direzione abbia deciso di far rientrare in servizio anzitempo solo ed esclusivamente una sola Agente rispetto tutte le altre unità.

E’ anche doveroso inoltre evidenziare, che l’ufficio individuato per il servizio da svolgere dalla dipendente, si trovi all’interno dell’edificio della Direzione, dove, in seguito ad un Ordine di Servizio del recente 2020, a firma dell’allora Direttore PUJIA, il personale di Polizia Penitenziaria ivi operante, è incaricato al controllo dei detenuti lavoratori, e da quanto riferitoci, proprio in virtù del citato O.d.S., viene garantita l’indennità di presenza giornaliera a tutto il personale che presta servizio nell’edificio dove sono ubicati gli Uffici.

Per ultimo, non ci si può sottrarre dal commentare le motivazioni addotte dal Direttore della C.C. di Sassari, inerenti all’assenza dell’incaricato al protocollo.

Dai dati in nostro possesso, risulta infatti che presso l’Ufficio segreteria prestano servizio 5 unità di Polizia Penitenziaria e una unità appartenente alle funzioni centrali, di conseguenza anche la parte del riscontro dove la Direzione lamenta le difficoltà dell’Ufficio a protocollare la posta ed a gestire l’ulteriore aumento della mole di lavoro dovuta all’istituzione del Protocollo Calliope non sembra oggettivamente una motivazione valida per disporre il rientro di una Agente dal periodo di maternità.

Alla luce di quanto sopra esposto si chiede alla S.V. di assicurare un urgentissimo intervento per assicurare un univoca applicazione delle normative sopra richiamate per fare in modo che tutte le situazioni identiche siano gestite nello stesso modo anche presso la Casa Circondariale di Sassari.

 

In attesa di urgentissimo riscontro, si porgono cordiali saluti.