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OGGETTO: Casa reclusione di Isili , richiesta intervento.

Esimio Presidente

gia' in passato abbiamo avuto modo di segnalare alle Autorità competenti le numerose, quanto croniche criticita' che interessano la Casa di reclusione di Isili.

Nonostante le nostre ripetute segnalazioni e le altrettanti rassicuranti risposte da parte delle Autorita', poco e' cambiato anzi, a nostro avviso la situazione è ormai prossima al tracollo.

Quello che potrebbe essere il fiore all'occhiello del sistema penitenziario sardo, oggi altro non e' , escludendo qualche detenuto italiano, che un insieme di detenuti dalle etnie diverse che si differenziano tra loro per lingua, cultura , ma vengono accomunati dall'incapacità di svolgere quelle lavorazioni indispensabili per le attività della colonia.

Le recenti normative danno degli indirizzi precisi relativamente l'innalzamento del residuo pena per agevolare il trasferimento dei detenuti nelle colonie agricole. Questa norma ci risulta sia spesso disattesa e la conseguenza è l'invio di giovani detenuti, generalmente magrebini , provenienti da realta' metropolitane, con un minimo di scolarizzazione, con uno o due anni da scontare, spesso facinorosi e privi di ogni capacita' lavorativa, oltrechè privi di qualsivoglia qualifica professionale e spesso incapaci di utilizzare anche i piu' semplici utensili, o macchine operatrici, figuriamoci se in grado di capire come funziona un azienda agricola.

La recente visita del Capo del Dipartimento e del Ministro della giustizia hanno lasciato ben sperare, si era paventato infatti un concreto rilancio della struttura, insieme all'integrazione del personale di Polizia Penitenziaria.

Purtroppo al momento nessuno dei tanto decantati progetti ha avuto seguito. Ed allora rimaniamo perplessi davanti agli interventi della varie Autorità o della classe politica che decantano le colonie della Sardegna come luoghi ideali per garantire l'articolo 27 della nostra Costituzione. In realtà le poche attività che vengono svolte non corrispondono a quelli che rimangono purtroppo solo degli slogan.

La realtà purtroppo è diversa, ancora non è stato assicurato un Direttore in pianta stabile con ovvie conseguenti ulteriori criticità, come è grave la carenza organica dei nostri Poliziotti. Sono infatti 61 i Poliziotti amministrati, di cui 2 unità appartenenti al ruolo femminile, questo numero è addirittura falsato dalle 7 unità distaccate da altri Istituti. L'esiguo numero dei ruoli intermedi impone l'impiego dei ruoli esecutivi negli incarichi di responsabilità come la sorveglianza generale. Non possiamo inoltre trascurare che la colonia si estende su un territorio di 640 ettari , con 3 dislocazioni dei detenuti distanti tra loro anche piu' di 2 km dalla diramazione centrale. Inoltre sono del tutto assenti quelle che un tempo venivano chiamate ***OMISSIS PER MOTIVI DI SICUREZZA , ****che, per ovvi motivi sarebbero di fondamentale importanza. Non va inoltre trascurato il fatto che l'Istituto ospita una sezione di internati, diversi di loro ex appartenenti al circuito del 41 bis. Nel momento in cui quest'ultima diramazione era stata attivata erano impiegati **********OMISSIS PER MOTIVI DI SICUREZZA ****

Per garantire una minima soglia di controllo della struttura, il ricorso allo straordinario è ormai ordinario, infatti da piu' di un anno la Direzione ha imposto in maniera unilaterale 8 ore giornaliere e puntualmente ogni operatore supera le 40 ore mensili che non vengono regolarmente retribuite. Se consideriamo che il personale in servizio ha una media di 30 anni di servizio è facile intuire che la mole di lavoro non potrà essere sopportata ancora a lungo.

Auspichiamo pertanto un celere intervento della S.V . per integrare il personale di Polizia Penitenziaria e tradurre quelli che sin'ora si sono rivelati dei proclami in fatti concreti per il rilancio della struttura.

In attesa di riscontro, cordiali saluti.